Visti gli eventi alluvionali del 31 ottobre – 02 novembre 2010 il Presidente del Consiglio dei Ministri con apposita ordinanza n. 3906 del 13 novembre 2010 ha stabilito le linee fondamentali riguardo gli interventi urgenti di protezione civile.
Sulla base degli indirizzi della suddetta Ordinanza è stato redatto uno studio del tratto terminale dei corsi d’acqua indagati (fiume Livenza: dalla confluenza del Monticano alla Salute di Livenza; fiume Piave: da Ponte di Piave alla foce) finalizzato a fornire un piano di interventi per il contenimento dei livelli di piena.
Gli interventi previsti sono riconducibili ai seguenti: taglio della vegetazione, ricalibratura, ringrosso arginale, diaframmi e protezioni di sponda.

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In un territorio già gravato da un elevato rischio idraulico risulta necessario adottare specifiche politiche progettuali atte a garantire la salvaguardia idraulica. Si sono quindi forniti per la terraferma veneziana, gli indirizzi e le prescrizioni necessari a rendere gli interventi di PAT idraulicamente compatibili con il territorio ospitante.
L’ATTIVITA’ DI REDAZIONE DELLA V.C.I. SI E’ SVILUPPATA ATTRAVERSO LE TRE SEGUENTI FASI DI LAVORO:
– una prima fase conoscitiva: individuazione e descrizione del rischio idraulico cui il territorio è attualmente soggetto;
– una seconda fase di analisi: delle superfici dei bacini afferenti ai corsi d’acqua principali e non; delle superfici degli strumenti urbanistici attuativi previsti dal P.A.T.. Per le nuove urbanizzazioni si sono individuati i possibili ricettori delle acque superficiali generate dagli incrementi di superficie impermeabile; l’aumento delle impermeabilizzazioni, e quindi delle portate generate in tempo di pioggia nella configurazione di progetto;
– una terza fase propositiva: per ciascun strumento attuativo si è provveduto ad individuare quali azioni (ovvero prescrizioni) od opere (p.e. bacini di invaso) risultino indispensabili per consentire il collettamento delle portate generate nella situazione di progetto agli esistenti recapiti.

Negli ultimi anni il territorio della terraferma veneziana è stato oggetto di importanti fenomeni di allagamento, in particolare a seguito degli eventi meteorologici eccezionali occorsi nei mesi di settembre 2006 e settembre 2007.
Il verificarsi di tali calamità ha portato alla nomina di un Commissario Straordinario per l’Emergenza deputato al controllo ed alla salvaguardia del territorio coincidente con la parte non insulare del Comune di Venezia.
Lo studio oggetto dell’incarico si inserisce nel quadro delle iniziative avviate dal Commissario e costituisce lo strumento conoscitivo delle problematiche e delle possibili soluzioni atte a porre in sicurezza idraulica il territorio di competenza. L’attività svolta è relativa all’analisi critica del sistema di raccolta e smaltimento delle acque della terraferma veneziana nel suo complesso (fognature e canali), alla luce delle nuove e più approfondite conoscenze del territorio e considerando le intervenute modificazioni ambientali, al fine di individuare i principali fattori di criticità e di fornire le relative risoluzioni

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Il territorio vicentino è stato colpito negli ultimi anni da diversi eventi meteorici intensi che hanno inflitto al centro cittadino, e non solo, ingenti danni a seguito del susseguirsi di importanti allagamenti dei principali corsi d’acqua che lo attraversano.
Il progetto generale redatto nasce dalla necessità del Comune di Vicenza di dotarsi di uno strumento conoscitivo, di supporto alla pianificazione urbanistica, che consenta di individuare gli interventi di difesa idraulica e le opere di manutenzione straordinaria lungo i principali corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale.
I corsi d’acqua indagati sono il Fiume Bacchiglione, il fiume Retrone ed il fiume Astichello.

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L’intervento urbanistico denominato “Veneto City” propone la realizzazione di un grande polo terziario di scala sovra regionale per la localizzazione di centri direzionali e strutture centrali di grandi imprese venete. L’area oggetto dell’intervento copre una superficie di 76,71 ha nei comuni di Dolo e Pianiga. Il territorio è caratterizzato da una importante fragilità dal punto di vista idrogeologico.
L’attuazione dell’intervento è pertanto stata subordinata:
– alla risoluzione delle criticità idrauliche pregresse, con la progettazione di un invaso di 30.000 mc per la laminazione delle piene degli scoli di bonifica;
– al principio dell’invarianza idraulica secondo il quale le trasformazioni territoriali che comportano un incremento del grado di impermeabilizzazione del suolo devono essere dotate di dispositivi di limitazione delle portate scaricate e di volumi di invaso in grado di limitare le stesse al valore caratteristico. Si è pertanto prevista la realizzazione di ulteriori circa 75.000 mc di invasi interni al comparto urbanistico.

IL PIANO DELLE ACQUE DEL COMUNE DI PONTE SAN NICOLÒ (PD) È STATO REDATTO ATTRAVERSO LE SEGUENTI FASI:
– analisi dello stato di fatto con ricerca bibliografica della documentazione, sopralluoghi in campagna, rilievi manuali e topografici delle reti di scolo delle acque bianche (canali gestiti dal Consorzio di Bonifica Bacchiglione, principali scoli privati e rete di fognatura bianca);
– definizione delle criticità idrauliche mediante implementazione di un modello matematico idrologico-idraulico che simuli il comportamento della rete di smaltimento delle acque meteoriche e verifica e taratura dello stesso mediante confronto con i fenomeni storici di allagamenti verificatisi nel territorio comunale;
– progettazione a livello di fattibilità di 7 interventi strutturali mirati al risanamento delle criticità idrauliche riscontrate, con definizione dei costi e delle priorità di realizzazione;
– proposta di regolamento di gestione delle reti idrauliche.

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